Volontariato

Dopo Enron. Il caso dei fondi pensione E L’Italia balbetta

Negli Usa possono decidere i destini di un’azienda. Qui vengono ancora visti con sospetto. Come antagonisti della previdenza pubblica. Invece...

di Francesco Maggio

Ora che l?attesa è finalmente terminata, che i fondi pensione si apprestano al loro decollo definitivo anche in Italia grazie alla decisione del governo di trasferirvi il Tfr (trattamento di fine rapporto), si schiudono nel nostro Paese scenari assolutamente inediti per il socially responsible investing. Non che finora la previdenza integrativa sia stata una perfetta sconosciuta. Anzi. Prendiamo, per esempio, i fondi aperti, quelli cui ci si può iscrivere indipendentemente dall?appartenenza a una determinata categoria professionale. Secondo l?ultima rilevazione di Assogestioni, relativa al terzo trimestre 2001, a fine settembre, il numero degli aderenti aveva superato quota 260mila (263.647) con un incremento del 40% rispetto ai 187.792 del 30 settembre 2000; l?attivo netto, destinato alle prestazioni, i 710 milioni di euro, facendo segnare un balzo del 74,5% rispetto ai 407 milioni dell?anno precedente; la raccolta netta, gli 85 milioni di euro (+24%, rispetto ai 68 del trimestre precedente). Insomma, i numeri (seppur ancora relativamente piccoli) già ci sono. Ciò che invece è latitante, è la loro legittimazione culturale. Innanzitutto come investitori istituzionali. I fondi pensione continuano a esser guardati da molti con sospetto, come antagonisti, piuttosto che alleati, della previdenza pubblica.
Ogni disamina sull?argomento finisce inevitabilmente per essere incentrata sui rischi (che comunque ci sono) piuttosto che sulle opportunità. Che invece sono molteplici. In fatto di nuovi canali di approvvigionamento di capitale per le imprese; di stabilità nell?azionariato delle aziende in cui investono; di maggior trasparenza nella loro corporate governance.; di stimolo alla diffusione della responsabilità sociale tra le stesse.
Proprio quest?ultimo punto altrove è già stato capito da tempo. Negli Stati Uniti nel 2000, su un totale di 2.139 miliardi di dollari di capitale gestito eticamente, oltre il 60% è stato appannaggio dei fondi pensione e il 35% ha offerto un?opzione di investimento socialmente responsabile. Stesso discorso in Gran Bretagna e Germania dove apposite leggi obbligano i gestori dei fondi a dichiarare, nei prospetti informativi, se e come intendono investire socially responsible. Con la nuova destinazione del Tfr e il dibattito che, a seguito della decisione del governo, si sta aprendo, anche in Italia certi scenari possono diventare realistici. Non sprechiamo questa buona occasione.
f. m.

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